Protesi anca

L’intervento di protesi all’anca è una procedura chirurgica che viene eseguita quando l’articolazione dell’anca è gravemente danneggiata e provoca dolore e limitazioni nella vita quotidiana.

L’articolazione dell’anca è un enartrosi formata dalla testa del femore e dalla cavita acetabolare. Rispetto all’articolazione del ginocchio, è un’articolazione più “profonda” e quindi più difficile da raggiungere con la terapia infiltrativa, necessitando infatti di un supporto ecografico o radiografico. Inoltre, è un articolazione che per definizione risponde peggio alla terapia conservativa, rendendo quasi sempre necessario, in caso di artrosi di grado elevato, una soluzione di natura chirurgica.

Protesi anca - ortopedico a Roma Dottor Gabriele Bolle

Cos'è la coxartrosi?

L’artrosi dell’anca, la coxartrosi, è una patologia degenerativa invalidante con impatto socio-economico crescente per invecchiamento popolazione, obesità e richieste funzionali.

Causa la perdita progressiva della cartilagine articolare dell’anca. 

 

Quali sono le cause dell'artrosi all'anca?

I fattori di rischio che possono causare la sua comparsa sono:

  • Traumi
  • Atrofia muscolare
  • Sport ad alto livello
  • Particolari attività lavorative
  • Sesso femminile
  • Aumento dell’età
  • Familiarità
  • Displasia congenita dell’anca
  • Epifisiolisi
  • Malattia di Perthes.

Sintomatologia dell'artrosi all'anca

Tipicamente, il paziente avverte dolore nell’area dell’inguine o del trocantere che limita le sue attività quotidiane, in particolare camminare, allacciarsi le scarpe o infilarsi le calze. Clinicamente può esserci una dismetria tra i due arti (lunghezza diversa) e una limitazione articolare con perdita della rotazione interna ed esterna o della flessione ed estensione. 

Diagnosi dell'artrosi dell'anca

La diagnosi è principalmente clinica, dopo una anamnesi dettagliata e un esame obiettivo completo. Per valutare il danno articolare e determinare il grado di artrosi, vengono eseguite radiografie del bacino e dell’anca interessata in due proiezioni.

L’artrosi viene caratterizzata radiograficamente da restringimento e assenza della rima articolare, sclerosi e densificazione dell’osso subcondrale, presenza di osteofiti e geodi.

 

radiografia artrosi anca - protesi anca - ortopedico a Roma Dottor Gabriele Bolle
Il trattamento conservativo mira a ridurre il dolore e la perdita di movimento causati da questa patologia. I farmaci antinfiammatori (FANS e coxib) possono essere presi per via orale, e in alcuni casi selezionati possono essere somministrati cortisonici o acido ialuronico tramite infiltrazione eco-guidata. L’articolazione dell’anca però, come gia detto, è poco responsiva alla terapia conservativa, per cui è sovente necessario ricorrere alla chirurgia Il trattamento chirurgico preferito è la sostituzione protesica dell’articolazione, detta anche “protesi d’anca”, che rimane l’unica opzione terapeutica definitiva. L’impianto di protesi d’anca è un intervento ampiamente diffuso nel mondo ed è stato definito l’intervento del secolo per la sua diffusione e i risultati ottenuti. Ogni anno, in Italia, vengono eseguiti più di 100. 000 interventi chir. di protesi tot. d’anca, +300.000 negli Stati Uniti. L’intervento di protesi d’anca è sicuro ed efficace, migliora la qualità di vita riducendo il dolore e migliorando la funzionalità quotidiana. Si sostituisce completamente l’articolazione con materiali diversi. Una coppa acetabolare o cotile, impiantata nel bacino, uno stelo nel femore, e una testa che si articola con la componente acetabolare. All’interno della coppa acetabolare si trova un inserto di polietilene o ceramica. Questo inserto acetabolare entra in contatto con testa femorale che si articola al suo interno. La stessa testa, può essere di diversi materiali, a seconda dei casi e del paziente.
Dottor Gabriele Bolle chirurgo ortopedico Roma

Approccio chirurgico per la via laterale diretta

Esistono diverse vie di accesso per raggiungere chirurgicamente l’articolazione dell’anca, ognuna con il proprio razionale e indicazione. Nella mia pratica clinica, utilizzo principalmente due vie: la via laterale diretta e la via miniinvasiva anteriore.

La via di accesso laterale diretta(DLA):

La DLA, nota anche come approccio “Hardinge”, è il metodo chirurgico più comunemente utilizzato per l’articolazione dell’anca nel mondo, insieme alla via posterolaterale. Prevede un decubito laterale e l’accesso all’articolazione attraverso la sezione dei tendini glutei che vengono poi reinseriti in modo anatomica al trocantere.

Via di accesso miniinvasiva anteriore:

L’accesso chirurgico mininvasivo anteriore è una via anatomica che sfrutta l’interstizio tra i muscoli sartorio e retto femorale (medialmente) ed il tensore della fascia lata (lateralmente) per accedere all’anca, senza inciderli o staccarli. Questo tipo di approccio permette una ripresa funzionale veloce e un post operatorio meno doloroso, specialmente nei primi giorni , mentre la letteratura attuale non ha riscontrato differenze statisticamente significative nei risultati clinici e radiografici a lungo termine utilizzando
come unica variabile i diversi accessi chirurgici. Possiamo quindi asserire che la via anteriore mininvasiva rappresenta una valida alternativa in casi selezionati  che può portare a benefici specifici nel primo periodo post operatorio garantendo una ripresa funzionale più rapida; d’altra parte, in casi complessi, in pazienti con BMI elevato o quando è necessaria un intervento chirurgico anche nella regione del trocantere (come nel caso di fratture sottocapitate trattate con viti, dove i mezzi di fissaggio devono essere rimossi), la via laterale è un’alternativa valida con ottimi risultati.
Dottor Gabriele Bolle chirurgo ortopedico Roma

L'intervento di protesi anca: quando è necessario e come si svolge

L’intervento di protesi all’anca diventa necessario quando la cartilagine dell’articolazione si è deteriorata al punto da causare dolore e limitazioni funzionali significative.

Questa condizione può essere causata da vari fattori, come l’artrosi o le fratture dell’anca. Durante l’intervento, il chirurgo ortopedico Dottor Bolle Gabriele sostituisce l’articolazione danneggiata con una protesi artificiale.

L’operazione viene eseguita in anestesia generale o spinale e richiede un ricovero ospedaliero di alcuni giorni. Durante la procedura, il chirurgo rimuove l’osso danneggiato e inserisce l’impianto protesico per ripristinare la funzionalità dell’anca. Dopo l’intervento, sarà necessaria una riabilitazione per favorire il recupero completo dell’articolazione.

Come evitare l'intervento di protesi all'anca: consigli e precauzioni

Per evitare l’intervento di protesi all’anca, è possibile adottare alcuni consigli e precauzioni. Innanzitutto, è fondamentale mantenere uno stile di vita attivo e praticare regolarmente esercizio fisico, come il nuoto o la camminata.

Inoltre, è importante evitare l’eccessivo sovrappeso, poiché questo può mettere sotto pressione le articolazioni dell’anca. Si consiglia anche di prestare attenzione alla postura corretta durante le attività quotidiane, come sedersi e sollevare pesi.

È inoltre consigliabile fare stretching e rafforzamento muscolare per mantenere la flessibilità e la forza delle articolazioni dell’anca.

La riabilitazione dopo l'intervento di protesi all'anca: tempi e esercizi consigliati

La riabilitazione dopo l’intervento di protesi all’anca è un passaggio fondamentale per il completo recupero del paziente.

I tempi di riabilitazione possono variare a seconda delle condizioni individuali, ma in genere si consiglia di iniziare con esercizi di mobilizzazione passiva subito dopo l’operazione.

Successivamente, si procede con esercizi attivi per potenziare i muscoli della zona e
migliorare la stabilità dell’anca. È importante seguire le indicazioni dell’ortopedico e del
fisioterapista e svolgere gli esercizi in modo regolare e corretto. Inoltre, è consigliabile evitare movimenti bruschi o sovraccarichi che potrebbero compromettere il risultato dell’intervento.

La riabilitazione richiede tempo e impegno, ma può favorire un recupero ottimale della funzionalità dell’anca.
Riprendere una vita attiva e senza dolore è il desiderio di chiunque si sottoponga a un intervento di protesi all’anca. La riabilitazione post-operatoria è fondamentale per il successo dell’intervento.